Parte delle tematiche e degli spunti sono tratti dal volume “Il Libro rosso del coaching” di Daniele Trevisani – Ultra Editore, con il permesso dell’autore.

Secondo lo psichiatra, psicoanalista, antropologo e filosofo Carl Gustav Jung in ciascun essere umano possono convivere e agire 12 archetipi, più o meno attivi nelle differenti fasi della vita e in base all’armonia dello sviluppo interiore della persona. Analizziamoli ad uno ad uno.

12 archetipi di Jung
  1. L’Innocente. Deriva dall’amore e dalla protezione dei genitori e rappresenta la parte fiduciosa, ottimista e spensierata dell’individuo, quella dell’infanzia in cui ci si apre al mondo con tenacia e volontà di apprendimento. Tende a negare i problemi e a evitare i conflitti, rifugiandosi nella fantasia. Prova vergogna e senso di colpa di fronte alle proprie imperfezioni e spesso proietta sul prossimo le sue insicurezze per deresponsabilizzarsi.
  2. L’Orfano. Corrisponde al bambino interiore che ha subito dei traumi di abbandono e si è sentito trascurato, tradito, deluso dalle figure di riferimento. Ha sviluppato abilità e caparbietà per sopravvivere autonomamente ma tende ad abituarsi alla rinuncia, ad accontentarsi nonché a essere cinico e diffidente.
  3. Il Guerriero. Corrisponde al genitore normativo forte e coraggioso nel raggiungimento degli obiettivi. È un capo branco e cerca la sfida e la competizione; vuole migliorare il mondo e sembrare un super-eroe. Può usare la forza anche a scopo egoistico e in modo poco etico. 
  4. L’Angelo custode. Si occupa con generosità e sacrificio di curare il bambino interiore indifeso e insegna il rispetto verso gli altri. La sua compassione tramuta in forza la rabbia del guerriero. Poiché si nutre dei bisogni degli altri, però, talvolta tende ad assumere il ruolo di martire e a creare sensi di colpa in chi ha accudito e non gli è riconoscente. 
  5. L’Amante. Coinvolto in tutti i legami passionali, mosso da una forza viscerale e vivace, permette di sentirsi vivi. È in perenne dissidio con la parte razionale che lo vuole disciplinare. Sa rimanere fedele a un impegno ma tende ad essere avventato e geloso e a esagerare nel dramma.
  6. Il Cercatore. Rappresenta la rinascita e il cambiamento, porta alla realizzazione tramite lo sviluppo di un forte senso di fiducia personale e controllando la smania di perfezionismo. Rischia però di diventare un eterno viandante che non si impegna mai veramente in nulla e ha paura di legarsi. 
  7. Il Distruttore. Nasce in seguito a un evento traumatico che crea un vuoto, ma può insegnare umiltà e generare rinascita e accettazione del dolore e della morte. Rischia di vacillare di fronte alla devastazione che gli ha creato sofferenza.
  8. Il Creatore. Corrisponde alla presa di coscienza, grazie all’ascolto interiore, del proprio ruolo nella creazione della propria esistenza. Matura saggezza nella ricerca di equilibrio tra timore ed euforia. Rischia però di diventare ossessivo per le troppe cose da fare, mentre inconsciamente medita la fuga.
  9. Il Sovrano. Rappresenta l’integrità, è fortemente realistico e tende a sostenere la pace e la prosperità. Non si lamenta e risolve problemi ma può diventare tiranno, intollerante, egoista e manipolatore. 
  10. Il Mago. Fa emergere la correlazione tra ciò che si ha dentro e ciò che esiste al di fuori, leggendo nelle coincidenze significative che avvengono nella vita. Coglie i segni di ciò che accade per acquisire maggiore consapevolezza.
  11. Il Saggio. Guidato dalla sicurezza della voce interiore, vuole trovare la verità e rischia di pensare di esserne in possesso. Teme l’inganno e tende a essere distaccato.
  12. Il Folle. Corrisponde all’energia primordiale in grado di esplorare con maggiore apertura ed elasticità. Permette di ricominciare dopo ogni battuta d’arresto. Rischia talvolta di non essere lucido e di non riuscire a impegnarsi.

Gli archetipi e la comunicazione

Sulla base del principio degli archetipi, l’intera umanità condivide le forme primarie delle esperienze vissute nello sviluppo della coscienza. Queste quindi sono sedimentate nell’inconscio collettivo di qualsiasi popolo, creando vicinanza e facilitando la comunicazione. Gli archetipi hanno la forza di attivare le emozioni, in particolar modo quattro:

  1. la stabilità,
  2. l’indipendenza,
  3. il cambiamento,
  4. l’appartenenza.

Ogni azienda ha l’opportunità di scegliere su quale sfera emotiva far leva per comunicare la propria identità e arrivare al suo pubblico di riferimento. 

Il marketing mitologico

I miti sono le storie alle quali gli esseri umani ricorrono per spiegare la natura, la storia e le tradizioni. L’unione tra miti (romani, greci, mesopotamici, egiziani, norreni, celtici, africani, biblici) e marketing non è una novità. L’arte della vendita è sempre stata legata alla capacità di sfruttare i significati nascosti dei prodotti, in modo tale da farli entrare in risonanza con i sentimenti, le percezioni e i pregiudizi dei potenziali acquirenti. La riscoperta del valore dei miti nella comunicazione aziendale ha messo in evidenza la loro influenza sulle emozioni al fine di instillare nel consumatore target un senso di appartenenza. Come abbiamo visto, la specie umana è indubbiamente accomunata da alcune emozioni basilari, ma la maggior parte di esse si sviluppa come prodotto del substrato culturale e antropologico. La struttura di una narrazione mitologica si è sempre retta sulla forza dei personaggi, divini e umani, in cui il pubblico poteva facilmente riconoscersi, sulla base degli stessi archetipi che abbiamo analizzato prima. 

Il modello Star Wars applicato al content marketing

Come si legge nel capitolo del testo di Daniele Trevisani “Il libro rosso del coaching” intitolato Struttura del colloquio di coaching centrata sugli archetipi, i punti focali di un colloquio centrato sui bisogni archetipici si basano sulla struttura della narrazione archetipica. In questa troviamo quasi sempre elementi che si ripetono, come nelle favole:

  1. protagonista – l’autore dell’impresa,
  2. bisogno – cosa muove il protagonista,
  3. impresa – quale sfida vuole accettare o ha ideato il protagonista,
  4. aiutante – qualcuno o qualcosa che aiuta il protagonista,
  5. oggetto magico – un oggetto o elemento dotato di poteri, dei quali avvalersi per avere aiuto,
  6. avversario – la persona, lo stato, la cosa, idea o ideologia contro la quale il protagonista lotta e combatte,
  7. conflitto – il conflitto interiore, le dissonanze che si presentano al protagonista,
  8. tesoro – ciò che si può dischiudere quando il protagonista ottiene il suo risultato atteso,
  9. morale – cosa si può imparare da questa storia, che valori tocca.

Da questo schema, possiamo estrapolare un modello utile nell’ambito del content marketing. Un esempio che può far comprendere quali tecniche di storytelling utilizzano maggiormente le aziende nel marketing digitale di tipo mitologico è quello della storia in stile Star Wars. Questo permette di capire come si deve accompagnare il potenziale cliente lungo il viaggio del mitico eroe.

  • Luke vive nel mondo ordinario del suo pianeta natale, lavorando nella fattoria di famiglia
  • Il messaggio olografico di R2D2 inviato dalla Principessa Leia, la classica principessa in pericolo, per richiedere soccorso, rappresenta la sua “chiamata all’avventura”
  • Luke inizialmente rifiuta l’appello a causa dei suoi obblighi familiari, finché sua zia e suo zio non vengono uccisi
  • Luke incontra il suo mentore e guida, Obi Wan Kenobi, che lo convince a intraprendere il suo eroico viaggio.

Tradotto in termini generici e validi per qualsiasi attività di marketing, la storia inizia nella quotidianità ordinaria. La chiamata all’avventura corrisponde all’invito ad affrontare un problema irrisolto o un desiderio insoddisfatto. C’è resistenza nel risolvere il problema, finché viene visualizzato un mentore che favorisce la prosecuzione dell’azione.

Il potenziale cliente è Luke mentre Obi-Wan non è l’azienda ma i suoi “contenuti”, ovvero l’attività di content marketing digitale che si occuperà di guidare correttamente l’utente a maturare consapevolezza. 

Laura Mancini

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